Mamma

Non ci avevo pensato quando ho scelto di andare a prenderla. Pare il delirio di un pazzo, ma un cane c’è. Sempre.

Non ha mai le balle girate.

È SEMPRE felice di stare con te.

Non ho mai messo in conto quanto dolore ci sarebbe stato nel distacco. Mi accorgo con sgomento che soffro più per tabata rispetto a quello che ho provato per mia mamma… sembra una bestemmia paragonare una persona ad un animale… ne sono consapevole.

Nonostante io abbia avuto, quando era viva, la capacità di capire che prima di essere mia madre era una PERSONA, con tutto quello che ciò implica, nessuno in vita mia mi ha suscitato una simile rabbia.

Rabbia per quello che io mi aspettavo dall’archetipo MAMMA e che lei non è stata.

Costringendomi ad essere madre di mia madre.

Costringendomi ad essere madre di me stessa.

Senza capirne la ragione, che ho compreso solo in età estremamente adulta.

L’origine di tutti i miei problemi, ma anche la fonte della persona che sono ora e francamente non mi dispiaccio poi tanto.

E con altrettanto sgomento mi scopro amare visceralmente la stessa cosa che amava lei: le parole.

Forse più di ogni altra cosa amo le parole.

E lei aveva sempre il dizionario aperto.

Sempre.

Sul tavolo del soggiorno.

È così anche sul mio.

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