O troppo o troppo poco. Fame o indigestione. Felicità (no, QUELLA mai: quella è davvero troppo, anche per rientrare nella categoria “troppo”). Meglio dire quieta soddisfazione, contrapposta a voragini di anelli di abisso di inquietudine e frustrazione. Logica e follia. Una rete di razionalità in cui cercare di imbrigliare la confusione. Gioie solo fugaci perché il dubbio di volere qualcosa di diverso è sempre lì, a eroderti i sorrisi. Perché alla fine il Motore è l’Insoddisfazione. Che va coltivata, inaffiata, concimata con costanza e fatica; quando invece abbandonarsi sarebbe così liberatorio e appagante. Abbandonarsi restituirebbe il senso.