Buongiorno

Non ci sei. Ho freddo. Ed ecco che nella mia mente si forma all’istante un rapporto di causa effetto tra le due cose. Ho freddo perché non ci sei. Stronzo. 

Sono immobile a letto. Il corpo paralizzato. Potrei accendere la termocoperta, ma, per quel che mi riguarda, l’interruttore si trova in Cina. Mi assopisco e nell’ovatta del dormiveglia mi giro sul fianco certa di trovare la tua schiena calda e profumata in cui trovare riparo. Ma non ti trovo. Dove cazzo sei? Allora, con uno scatto degno di una gazzella inseguita dal leone, faccio un balzo, mi allungo fino a stirarmi un braccio e accendo la coperta elettrica.

Sprofondo finalmente nel sonno. Con un piacevole tepore che si diffonde sotto le mie chiappe. Mi assesto sotto la coperta. Cerco le tue di chiappe, ma non le trovo. Dove cazzo sei? E quando cazzo torni? 

Deserto, dune, sole accecante e una sete arida. Ho sete. Tantissima sete. “Amore ho sete”, dico mentre mi sveglio rosolata e brasata dalla termocoperta. Silenzio. Ancora non sei tornato?? 

Mi alzo ciabattando sui miei tacchetti di piuma di struzzo, sgargarozzo una sorsata d’acqua dalla bottiglia e torno a letto. 

Dove cazzo sei?

Mi butto sul letto covando risentimento per la tua assenza che mi ha reso così penosa la nottata. 

“Amoremio, buongiorno”.

“Buongiorno un cazzo”. 

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